Finalmente si era “accorta”.
In un momento di estrema lucidità, aveva compreso la causa dell’inappetenza di suo figlio e scoprirlo era stato per lei illuminante, meraviglioso e liberatorio al tempo stesso.
Ci aveva pensato per giorni interi, ma nulla…poi aveva deciso di lasciar stare, affidandosi a qualcosa di più grande di lei, che in qualche modo le avrebbe fatto capire cosa stesse realmente accadendo.
Ci credeva. Era fermamente convinta che concentrarsi troppo su un problema, avrebbe finito per renderlo enorme, mettendo in ombra tutto il resto, lasciando la mente annebbiata e stanca. Solo spostando l’attenzione su altro, le risposte alle domande sarebbero arrivate da sole, e questo fu quello che accadde.
L’incontro inaspettato
Capitò per caso in un piccolo negozio di prodotti naturali.
Era strano pensò, non lo aveva mai notato, eppure di lì passava spesso…
Entrando riconobbe subito un odore familiare, la mirra, il suo incenso preferito.
Fece un giro fra gli scaffali alla ricerca di qualcosa da acquistare, anche se non sapeva bene di cosa avesse bisogno. Entrare in quel posto infatti era stato un atto istintivo e non dettato dall’esigenza di comprare qualcosa di specifico, ma lei si era fidata di sé stessa e non aveva esitato a mettere piede lì dentro.
Mentre vagava per il negozio, incrociò lo sguardo di una vecchia signora seduta in un angolo.
Aveva capelli riccissimi e rossi, una pelle bianca come il latte e meravigliosamente liscia, ma ciò che più d’ogni altra cosa colpì la sua attenzione, furono gli occhi della donna. Aveva occhi neri e profondi come gli abissi e il suo sguardo era talmente penetrante da lasciare di stucco.
Si era sentita nuda di fronte a quegli occhi neri, come se in un attimo lo sguardo della vecchietta l’avesse spogliata di tutte le sue certezze e di tutte quelle cazzate che si ripeteva quotidianamente.
Mosse alcuni passi verso l’angolo dove era seduta l’anziana signora, presa da una irresistibile voglia di parlarle.
La vecchietta le sorrise da lontano e lei prese coraggio e si avvicinò.
“Ti stavo aspettando” esordì l’anziana signora e in un attimo copiose e senza sosta, cominciarono a scendere lacrime dagli occhi della giovane donna.
“Quello che cerchi è dentro di te, devi solo avere il coraggio di guardarlo”.
La vecchia signora le fece un gesto col capo, invitandola a sedersi accanto a lei e la donna accettò.
Si presero mano nella mano e restarono così, in silenzio, per lunghi ed interminabili minuti.
La giovane donna confessò all’anziana che era molto preoccupata per suo figlio. Erano giorni infatti, che non mangiava e lei non sapeva più cosa fare e cosa pensare.
Si interrogava sul significato del cibo, inteso come amore e si chiedeva se stesse facendo mancare qualcosa a suo figlio…ma tutto le diceva che no, a suo figlio non mancava il suo amore o le sue attenzioni o le sue coccole…c’era dell’altro, qualcosa che però le sfuggiva ancora.
Come se nessuna delle parole pronunciate dalla giovane donna fosse stata ascoltata dall’anziana, questa le cominciò a parlare dell’importanza di mangiare bene e sano.
Le mostrò alcuni prodotti biologici, illustrandole i benefici in termini di salute fisica e non solo, e poi pronunciò una parola che la colpì: “nutrirsi”.
Il coraggio di accorgersi
Dopo aver acquistato alcuni dei prodotti suggeriti dalla vecchietta, tornò a casa.
Pensò che era stato davvero particolare quell’incontro: quel negozio che non aveva mai notato prima di allora, lo sguardo dell’anziana che immediatamente aveva scatenato in lei una serie di emozioni e poi le lacrime ed il pensiero per suo foglio e quel problema che non riusciva proprio a risolvere.
Dopo aver sistemato la spesa, fece una doccia veloce e poi scese in cucina a preparare la cena.
Era da sola quella sera, suo figlio era con il papà e sarebbe tornato a casa solo l’indomani.
Preparò una bistecca e un’insalata mista e si sedette a tavola.
Improvvisamente le tornò in mente la parola “nutrirsi” e pensò a cosa davvero significasse per lei quell’espressione.
“Nutrirsi, nutrimento” … una serie di immagini cominciarono ad affollarsi nella sua mente: un bambino, una donna incinta, una mamma che si prende cura di suo figlio, un campo verde e pieno di fiori, l’acqua di un ruscello che scorre a valle e … in poco tempo, una sensazione di benessere generale si impadronì di lei ed una chiarezza senza precedenti cominciò a farsi largo.
Vide sé stessa seduta a quel tavolo. Vide sé stessa tutte le volte che si sedeva al tavolo della cucina per fare colazione oppure per pranzare o cenare e vide sé stessa da sola.
Era sola, si sentiva sola.
In un attimo tutto si fece chiaro. Si era finalmente accorta di quanto sedersi a quel tavolo ogni volta, fosse per lei doloroso e quel dolore, prima di allora, non lo aveva voluto vedere.
Mangiava in fretta, consumava i pasti in pochi minuti, per poi alzarsi e lavare i piatti e tutto perché negava a sé stessa la solitudine che provava dentro.
Quella sera comprese che l’inappetenza di suo figlio, era la sua stessa inappetenza, e tutto il vuoto che aveva dentro.
Si era sempre mostrata forte, sicura di sé e a proprio agio con la sua solitudine, invece quella era solo una messa in scena, per nascondere ciò che realmente voleva.
Aveva voglia di condividere lo stare a tavola e di preparare piatti prelibati da gustare accanto a qualcuno, e poi aveva voglia di smettere di avere fretta di alzarsi per sistemare la cucina…aveva voglia di “normalità”, aveva voglia di “famiglia”, perché era la cosa che più di tutti le era mancata negli ultimi anni.
Aveva voglia di prendersi cura di sé e di nutrire la sua anima e aveva voglia di tornare ad amare.
Socchiuse gli occhi, si immaginò seduta a quel tavolo non più da sola, e un sorriso comparve sul suo volto.
Si sentiva grata, grata per tutto ciò che aveva, grata per suo figlio e per la sua somiglianza a Dio, grata per le sue paure, per le sue certezze così deboli, per le sue lacrime, per la solitudine e per il coraggio di aver aperto gli occhi e il cuore… si sentiva grata per la sua stessa vita, che ora le sembrava finalmente il più bel viaggio che avesse mai fatto.