Chi legge ciò scrivo, si ricorderà senz’altro che l’ultima volta ho parlato del BIP e del “diritto” di stare male per qualcosa che non fosse BIP, come un raffreddore puro e semplice o una rinite allergica.
Bene, esattamente dopo mezz’ora da quel pensiero espresso e pubblicato, ho fatto il tampone e sono risultata “positiva”. Vi lascio immaginare le mie lacrime, la mia agitazione ed il pensiero di aver contagiato le persone a me più vicine (la mia famiglia), che poi se ci pensate, sono le uniche che abbiamo potuto frequentare davvero in questo periodo.
Trascorse le prime 24 ore di crisi più totale, ho cominciato a ritrovare un pò di lucidità e la prima cosa che mi è venuta in mente è stata “cazzo, ma essere POSITIVI non era un termine buono, cioè meglio essere persone positive, piuttosto che negative” e invece no, qua, ora, essere positivi significa essere isolati, untori…insomma, da registrare negli archivi e tenere debitamente monitorati.
E la lucidità se uno la va a cercare sta là, dentro, e non certo fuori e così adesso, alle 04:00 di mattina del 21/03/2021, al mio secondo giorno di quarantena, vi racconto su cosa stavo riflettendo.
Questo ospite inatteso, che chiamerò CORONA KING, termine coniato da una mia cara amica e che mi fa pensare ad una birra, che anche se bevo poco, ci starebbe proprio – proprio bene in questo momento… dicevo questo Corona King o chi lo ha “ideato”, perchè non dimentichiamo che tutto quello che esiste sul piano materiale, in cui viviamo, è frutto di un pensiero, di una intuizione…noi per primi e quindi anche lui, è senza dubbio geniale!
Corona King secondo me è geniale per un paio di ragioni, che sono frutto chiaramente di ciò che sto vivendo. E’ geniale perchè non senti più gli odori e i sapori, che è ciò che ogni volta che mi siedo a tavola mi fa piangere come una bambina. Non sentire i sapori e gli odori è non sapere di essere vivo. Non sento se ciò che sto mangiando può farmi bene o farmi male, a prescindere dalla data di scadenza, perchè non lo posso annusare o gustare. Praticamente quello che cucino lo metto nel piatto, apro la bocca e lo mando giù, come se ingurgitassi aria, anche se manco questa espressione è corretta, perchè l’aria la senti col naso, ma ci siamo comunque capiti.
Non sentire gli odori significa, non sentire il profumo di mio figlio che dorme accanto a me, o la primavera che qua sta sbocciando in un modo eccezionale. Se estendo questo concetto, rabbrividisco. Non sentire il profumo della persona che amo, mi fa sentire disorientata. Non sentire il profumo che si diffonde in cucina quando mia madre prepara le polpette al sugo, mi fa perdere tutte quelle immagini e ricordi della mia infanzia, che ancora oggi, a trentasette anni, mi riempiono il cuore.
In sostanza, non sentire odori e sapori significa essere una pagina bianca, sulla quale però non puoi scrivere, perchè non ne hai gli strumenti, perchè siamo pur sempre animali che vivono e sopravvivono grazie ai loro sensi.
Qualche tempo fa lessi un articolo sulle persone non vedenti e in questo articolo si faceva riferimento al fatto che se un senso viene meno, gli altri si sviluppano molto di più, come a compensare il “deficit”, passatemi il termine.
Bene, vedremo gli altri sensi fisici come reagiranno. Vi tengo informati, anche perchè come dice Igor Sibaldi, oltre alla vista, al tatto, all’udito, al gusto e all’olfatto, ci sono i sensi che definisco più “sottili”: la memoria, il pensiero, l’immaginazione…
L’altra intuizione che ho avuto, e per la quale ho pensato davvero che Corona King fosse un genio, è legata alla mancanza di aria. Respiro male e ho la tosse.
Sono un soggetto definito asmatico dalla medicina moderna, e tengo a sottolineare il termine “moderna”, perchè la medicina antica, quella degli egiziani prima e dei greci poi e pure dei romani, riteneva che ci fosse uno stretto legame fra i nostri sintomi fisici (malattie o disturbi di varia natura) e la nostra anima, e quindi sono certa che loro, invece di attaccarmi un’etichetta, mi avrebbero invitato a guardarmi dentro e a restare in ascolto.
Bene, il respiro corto è quello scambio di aria e di vita che a un certo punto si interrompe. E’ quel flusso di energia che trova un ostacolo e si perde per strada, togliendoti la vitalità. L’aria che ti manca è il nutrimento e il legame con la mamma, quel rapporto interrotto chissà quando e chissà perchè, che cerca solo di emergere e di farsi vedere.
La tosse poi, non ne parliamo. Se vi dico “hai un rospo in bocca”a cosa pensate? Esatto! A tutti quei “non detti”, a tutte le frasi taciute per non perdere l’amore delle persone a cui si tiene. A tutti quei silenzi necessari per non perdere il posto di lavoro. E qua piango a fiumi, perchè ne ho soffocate di cose.
Insomma, Corona King o chi per esso, è un vero genio, perchè se riesci ad andare oltre i tuoi sintomi fisici e cominci a parlare con la tua Anima, ti accorgi che ti colpisce là, dove sei più sensibile, rendendoti vulnerabile, “malato” per la medicina “moderna”.
Voglio fare un passo avanti e guardare “oltre”, perchè sono fatta così: mi viene concessa la possibilità di APRIRE GLI OCCHI per smettere di fare finta e vivere una vita a metà. Mi auguro solo che Corona King non sia una “prova generale” per qualcosa che arriverà domani, quando quelli che oggi sono i nostri bambini, che hanno cominciato improvvisamente a vederci tutti con la bocca e il naso tappato, non dovranno vivere qualcosa di ancora peggiore: diventare automi che non sentono odori, sapori, che non ricordano i profumi di ciò che cucinavamo per loro o l’odore della salsedine che ti investe nelle giornate ventose. O peggio, quello che è successo a me, avere davanti un’amica che non “può” abbracciarti, nonostante tu stia piangendo disperata per aver saputo di essere positiva, sentendo ancora di più quel vuoto incolmabile che ormai fa parte della nostra vita.