B
Lenticchia era diventato talmente piccino, che ora poteva guardare il suo amico scoiattolo dritto dritto negli occhi, senza più bisogno di doversi chinare, oppure senza che l’altro fosse costretto a salirgli fin sulla spalla, per potergli parlare.
Insieme fecero il loro ingresso in tana.
Videro in cucina Mamma scoiattolo tutta intenta a preparare una succulenta zuppa, i cui primi ingredienti ribollivano in pentola, rilasciando nell’aria un profumo caldo, invitante, tanto da richiamare l’attenzione del pancino di Lenticchia, che cominciò a brontolare per la fame.
Al centro del salotto invece, accanto ad una piccola poltrona di colore celeste, sedevano in cerchio, su un morbido tappeto, i fratellini minori dello scoiattolo dalla coda lunga lunga e arricciata in punta.
Erano allegri, e giocavano insieme e a giudicare dalla confusione che proveniva da quella parte della casa, si stavano davvero divertendo un mondo.
Lenticchia così, incuriosito, fece qualche passo verso di loro per unirsi a quella che aveva tutta l’aria di essere una festa.
Immediatamente la sua attenzione venne catturata da una scoiattolina all’apparenza timida timida, che se ne stava lì, seduta in silenzio, a dispetto dei suoi fratelli.
I loro sguardi si incrociarono e lei non poté fare a meno di arrossire in musetto. Era così bella, elegante nei movimenti, eppure così misteriosa.
La scoiattolina teneva fra le zampette una piccola ampollina di colore blu, stracolma di un liquido che Lenticchia non riusciva proprio a riconoscere. In questa ampollina era immerso un bastoncino sottilissimo, che aveva all’estremità un piccolo cerchietto. La scoiattolina cominciò ad immergere ed estrarre questo bastoncino dalla boccetta, una, due, tre volte e poi, unendo delicatamente le labbra, vi soffiò attraverso, emettendo come un leggero SHHH… fu in quell’esatto momento che il silenzio d’improvviso calò nella stanza e tutti, col naso all’insù, cominciarono ad osservare una ad una le meravigliose bolle di sapone, che leggere come l’aria e profumate come i fiori, presero il volo, sopra alle loro teste.
Era uno spettacolo senza eguali, pensò Lenticchia, perché mai in vita sua, aveva visto così tante bolle di sapone in una volta sola.
B. Bolle di sapone.
Vanno lente verso il cielo, chiudi gli occhi ed esprimi un desiderio.
Tutti chiusero gli occhi nello stesso istante, come se qualcosa dentro di loro li avesse spinti a farlo.
Il tempo sembrava sospeso. Sembrava essersi preso una pausa, senza avvisare quando avrebbe ricominciato a scorrere, e lo spazio ormai non esisteva più. Erano tutti immersi in una grossa bolla di sapone, dove solo i desideri si muovevano, cominciando lentamente a prendere forma.
“Voglio vivere un meraviglioso, indimenticabile e avventuroso sogno”. Questo, il desiderio che espresse Lenticchia nel suo cuore.