Sono arrivata quasi alla fine della mia quarantena. Oggi farò l’ultimo tampone, e così le “autorità” mi riabiliteranno finalmente alla vita.
Vediamo un pò, quante cose sono cambiate… ecco, forse ho capito che questo è l’errore principale che si commette. “Quante cose sono cambiate”. Le cose non cambiano, cambia il nostro occhio, cambia il modo di vedere persone, situazioni e tutto ciò che ci circonda. Insomma, cambia il nostro atteggiamento e con esso quella che definiamo “realtà” (che tengo a sottolineare, è sempre molto soggettiva).
In questi giorni di quarantena sono stata male fisicamente, mi sono sentita soffocare, sia per la tosse, che per tutto ciò che dentro di me urlava; mi sono incazzata, ho litigato con i miei, ho pianto osservando mio figlio giocare e mi sono sentita come se fossi dentro ad una lavatrice nella fase della centrifuga, quando tutti i vestiti sono aggrovigliati e non si capisce più dove finisce uno e dove comincia l’altro.
Mi sono sentita persa. Ho avuto voglia di uscire in fretta da queste quattro mura per tornare al mondo “di fuori”, poi ho trovato la calma e la quiete nella lettura.
All’inizio della mia quarantena mi sono imposta di non toccare nessuno dei libri che avevo cominciato a leggere; ho scelto di non fare le cose che solitamente faccio, come leggermi le carte, interrogare l’oracolo e meditare, perché volevo fosse un tempo ed un’esperienza diversa dal solito.
La verità è che dopo qualche giorno ho cominciato a sentirmi sola, sempre più sola. C’era un vuoto dentro di me. Uno spazio bianco senza immagini, e non riuscivo a capire da dove venisse e cosa volesse dirmi.
Le mie giornate trascorrevano tutte uguali e qualcosa mancava. Mi mancava leggere, mi mancava sentire l’odore della carta stampata e vedere impresse tutte quelle lettere che formano parole e frasi e concetti e che aprono mondi dentro.
Ho dato per scontato quanto fosse importante per me leggere. Divoro decine di testi al mese e come tutte le cose che si hanno sotto mano, alla fine perdono di valore ai nostri occhi e queste cosa è davvero stupida.
Nella lettura mi perdo. Mi perdo nelle parole, nella sequenza di frasi e concetti. Mi perdo nelle immagini che a mano a mano si affacciano in me e allo stesso tempo mi ritrovo.
Ritrovo il mio mondo, che è distante da quello che vivo qua, sul piano materiale. Mi sono sempre sentita un pò estranea rispetto a quella che comunemente chiamiamo “vita”.
Nei libri, come nei sogni, trovo più verità che qua.
E’ lì che mi sento al sicuro. E’ lì, e solo lì, che mi sento a “casa”. Non ci sono giudizi da dare, né su me né sugli altri. Non c’è da lottare, non c’è da restare a galla o essere furbi per stare sempre un passo avanti agli altri.
Nei libri, come nei sogni, ci sono io senza filtri. C’è la parte di me che si commuove davanti ad una storia d’amore e quella che resta col fiato sospeso correndo dietro ad un serial killer.
E allora sì, è vero, non cambiano le cose “fuori”, ma se vogliamo può cambiare il nostro sguardo e con esso tutto il resto, restituendo a ciò che amiamo davvero, il giusto spazio dentro di noi.
Buona magia!