Quando era con lui, fra le sue braccia, non esisteva più il tempo, non esisteva lo spazio, non esisteva il mondo fatto di impegni, di responsabilità e di problemi.
Quando era con lui, c’erano solo loro due e questo bastava.
Quando lui la possedeva in quel modo così selvaggio, rude, lei sentiva che non era mai sazia, che ne voleva ancora e ancora e ancora e di più, sempre di più.
Non era la possessione di un corpo. Non era la brama di volere l’altro tutto per sé, era piuttosto la sensazione che lì, con lui, lei potesse riuscire ad andare oltre, oltre quella soglia che non avrebbe mai potuto raggiungere e varcare, se non con lui accanto.
Quando facevano l’amore, lei percepiva la presenza di un luogo nascosto dentro di sé, carico di tesori e meraviglie, che puntualmente però svaniva, lasciandole solo il dolce ricordo di ciò che la sua anima aveva sfiorato per pochissimi secondi.
Mancava sempre un passo, un piccolo fottutissimo passo, per toccare l’Infinito… quell’Infinito che non riusciva ad afferrare e di cui aveva nostalgia…quell’Infinito che era dentro di lei e che aveva ritrovato negli occhi di lui, ogni volta che facevano l’amore…