I
Lenticchia decise così di intraprendere una nuova avventura, giocando ad essere un vero e proprio creatore di ricette speciali e deliziose.
Insieme alla sua nuova amica andarono nel retro della bottega e lei cominciò a spiegargli due, tre cosette.
Gli illustrò, brevemente, tutto il procedimento per fare un dolce perfetto. Un po’ di farina, il lievito, zucchero quanto basta, una tazza di latte che ci sta sempre bene, un pizzico di sale e poi … l’ingrediente segreto lo tenne per sé, era certa che il piccolo Lenticchia lo avrebbe scoperto da solo.
Così Lenticchia seguì il consiglio della signora Celeste: prese della farina, del lievito, un po’ di zucchero, un pizzico di sale e poi… si bloccò. Arrivato a quel punto, non sapeva proprio come andare avanti. Aveva paura di sbagliare, di fare un pasticcio, qualcosa che nessuno avrebbe mai mangiato.
La sua nuova amica lo osservava da lontano, senza fare o dire nulla. Sapeva che Lenticchia era in gamba e che senza dubbio avrebbe tirato fuori una ricetta da leccarsi i baffi.
Passò un’ora, poi due, e Lenticchia era ancora lì, a guardare la sua ciotola con quei quattro, cinque ingredienti. Decise di uscire dalla bottega per prendere un po’ d’aria. Aveva davvero bisogno di un’idea, pensò.
I: Idea. Vedo qualcosa che ancora non c’è. Eccola, la sento, è dentro di me!
Mentre se ne stava seduto su una panchina non molto distante dalla bottega, a godere del caldo avvolgente del sole, d’improvviso tutto si fece chiaro in lui “sarà la fantasia a guidarmi!”
Rientrò velocemente nella piccola bottega. Come un fulmine cominciò ad aprire tutti gli sportelli e la dispensa e prese a rovistare un po’ qua e un po’ là, in cerca di quello e di questo. Si muoveva come fosse guidato da qualcosa di più grande di lui, come se fosse un grande chef stellato e non di certo Lenticchia il figlio di… il fratello di… l’amico di…!
Era sicuro e deciso nei movimenti. Dosava attentamente ogni singolo ingrediente, assaggiando di tanto in tanto l’impasto con il dito, giusto per capire se era necessario aggiungere un pizzico di quello o di questo. Era concentrato su ciò che stava facendo e niente, assolutamente niente, avrebbe potuto distogliere la sua attenzione.
Celeste lo osservava con interesse. L’energia che Lenticchia stava mettendo nel suo lavoro, era coinvolgente. Anche lei, come lui, si sentiva elettrizzata, euforica, ma soprattutto impaziente di assaggiare ciò che Lenticchia stava creando.
Terminato l’impasto, lo mise in una teglia bella grande e lo infornò.
Passarono diversi minuti e dal forno cominciò ad uscire un profumo davvero delizioso.
Quel profumo, in poco tempo, raggiunse tutto il villaggio, e in fretta tutti gli abitanti si radunarono incuriositi, fuori dalla piccola bottega.
Conoscevano i deliziosi profumi delle ricette della Signora Celeste, ma questo era davvero insolito.
Nel frattempo, all’interno della bottega, Lenticchia procedeva con le sue attività. Si avvicinò al forno, annusò ben bene l’aria che ne usciva, e che ormai si era fatta piena di dolcezza ed estrasse la sua crostata.
Aveva un aspetto davvero invitante e faceva venire voglia di mangiarla subito, senza neanche aspettare che freddasse un po’.
Era cotta al punto giusto, dorata come un gioiello prezioso e ricoperta di tante piccole fragoline.
La Signora Celeste ne tagliò un pezzetto, affondando lentamente il coltello nella pasta frolla. Portò al naso la fetta di crostata, per gustarne dapprima gli odori, per poi darle un bel morso e scoppiare in una grossa risata delle sue. Lenticchia aveva fatto centro. Era la crostata più buona che avesse mai mangiato.
Tutti gli abitanti del villaggio ne vollero una fetta e la Signora Celeste guadagnò così tanti soldi in pochi minuti, come non ne aveva mai visti in tutta la sua vita.
Lenticchia era riuscito a ripagarsi il pasto che aveva consumato, e ancor di più. Ora, era diventato anche un ottimo Chef!