Lo guardo dormire accanto a me e già questa cosa mi manda in estasi.
Vedere il suo musetto così rilassato, gli occhi chiusi, la perfezione dei suoi lineamenti e lui che è lì fisicamente al mio fianco, ma con l’Anima altrove, nel Senza Tempo, impegnato in chissà quali avventure meravigliose di cui non saprò mai nulla e lo guardo dormire mentre tiene stretto a sé l’ultimo regalo ricevuto.
Il pomeriggio infatti è passato Babbo Natale, con un po’ di anticipo, visto che si trovava in zona ed ha deciso di lasciargli un primo regalino sotto l’albero, in attesa del 25 dicembre.
Il regalo ricevuto, e che stringe a sé, è un ingombrantissimo orologio di legno incastonato in una tavola quadrata di 20 cm per 20 cm e su cui sono anche indicati i giorni della settimana, i numeri da 1 a 31, i mesi, le stagioni e la situazione meteorologica esterna.
Lo osservo e mi commuovo, in quella posa così buffa, mentre abbraccia, come può, quell’oggetto così grande e scomodo da tenere stretto quando si sta a letto sdraiati.
Ma i bambini si sa, sanno sempre sorprenderci, loro non conosco i limiti, non hanno da lagnarsi come noi adulti, per cose insensate, e soprattutto, non soffrono di cervicale o di mal di schiena e possono davvero dormire nelle posizioni più strane, anche per una nottata di fila.
Lo osservo e mi torna in mente lo stupore e la gioia nei suoi occhi, quando sotto l’albero ha trovato quel pacchetto.
Tutto eccitato mi ha detto “Mamma lo apriamo io e te?” E saltava, si agitava, cantava, correva su e giù per la cucina, in attesa che io scartassi il pacco misterioso.
La sua impazienza, la sua agitazione erano contagiose. Anch’io mi sono ritrovata tutta presa dall’aprire quel regalo e anch’io come lui, non sapevo cosa ci fosse dentro. Era infatti un regalo da parte della zia, e nessuno di noi sapeva cosa fosse.
Ero in preda all’euforia più totale e pensavo a duemila cose che potesse contenere quella scatola.
Strappo il pezzo di carta più grande e si intravede un disegno.
Gabriele inizia ad urlare di gioia e mi ripete “Mamma è un orologio!”.
Lui, che ha la fissa per gli orologi. Già all’età di due anni e mezzo mi interrogava su che ora fosse e mi chiedeva di spiegargli su quale numero fosse posizionata la lancetta “corta” delle ore e quella “secca e lunga” dei minuti, per non parlare di quella “secca secca” dei secondi…
Insieme abbiamo aperto la scatola di cartone per tirare fuori il regalo, e lui, con un sorriso infinito, mi dice “Mamma, quando vedi Babbo Natale ringrazialo, sono felice”.
Con quella tavoletta di legno in mano, ha girato tutta casa, cantando e fermandosi di tanto in tanto per interrogarmi sull’orario, secondo la posizione che aveva scelto per la lancetta “corta” e per quella “secca e lunga”.
Non ha mollato quel regalo neanche per andare a dormire.
Mi ha detto che voleva portarlo a letto con noi, insieme alla sua inseparabile “fratellina” Dory (il pesciolino del cartoon della Disney).
Eh sì, la sera il nostro lettone è particolarmente affollato. Dory non manca mai, poi c’è Nemo, che secondo mio figlio è mio fratello, poi c’è Scorza la tartaruga del cartoon Disney e di tanto in tanto si alternano campanelle, l’altra sua passione, per non parlare di quando decide di portare il phon o lo spremi agrumi.
Resto meravigliata tutte le volte che lo guardo addormentarsi, circondato dagli oggetti più strani che una persona possa pensare di portarsi a letto … per lui è tutto così naturale e normale, e io mi lascio letteralmente rapire dal suo mondo fantastico, colorato e ricco di magia.
Mi ritengo davvero fortunata, per essere stata scelta da Gabriele come sua mamma.
Con lui sto re-imparando a vivere, ma soprattutto a giocare, che credo sia la cosa più importante in assoluto.
Quando giochiamo insieme, non esiste più nulla. Ansia, pensieri, preoccupazioni svaniscono e ci sono solo io, lui e il momento presente.
Essere totalmente immersi in ciò che si sta facendo, ci permette di riscoprire i nostri lati nascosti, aspetti di noi che abbiamo in qualche modo dimenticato o messo da parte, diventando adulti stressati e infelici.
I bambini custodiscono il segreto della vita. Sta solo a noi imparare ad osservarli, senza correggerli, per ritrovare come loro, quel sorriso spontaneo e tornare ad emozionarci per una carezza sincera o un abbraccio inaspettato, di cui abbiamo dimenticato il calore.