E’ in questa apparente ordinaria serata di maggio, che ritrovo la calma dell’Anima e l’ispirazione per scrivere e raccontare.
La dermatite
Qualche giorno fa mio figlio ha cominciato a manifestare una forma piuttosto bruttina di dermatite.
In pochissimo tempo sono comparse parecchie bollicine sul suo collo, che a mano a mano hanno raggiunto anche le guance, il tutto accompagnato da un insistente prurito. Ecco, diciamo che ormai passo le notti a spalmargli la crema sulla pelle, non appena mi accorgo che comincia a grattarsi nel sonno.
Vedere quello sfogo così violento sul suo corpo mi ha permesso di interrogarmi, di farmi domande e di “mettermi in ascolto”, soprattutto perché il suo pediatra non c’ha capito nulla e sta andando per tentativi, per esclusione, come si usa dire oggi.
Tengo a precisare che non ho nulla contro i medici, ma sono anche del parere che la cosiddetta “medicina moderna” abbia dimenticato gli insegnamenti degli Antichi, secondo i quali ogni manifestazione del corpo è il segnale che l’Anima ci sta parlando per comunicarci qualcosa.
E allora ho cominciato ad osservare. Ho passato serate intere a guardare quelle bollicine. Ci ho parlato, le ho accarezzate e le ho baciate. Ho chiesto a quel sintomo di dirmi cosa fosse venuto a fare, cosa voleva farmi vedere attraverso mio figlio.
Senza fretta ho lasciato che immagini, pensieri, sensazioni affiorassero. Senza dare alcun giudizio ho continuato a sentire col mio corpo e con la mia Anima, fin quando una notte ho fatto un sogno.
La Malva
Non ricordo quando è accaduto, ma so che è accaduto. Stavo dormendo accanto a mio figlio quando nel sonno, ho sognato la parola Malva.
Non sapevo cosa fosse, sono sincera.
Inizialmente, al risveglio, ho anche pensato che forse avevo sognato Milva, la cantante, e che per qualche strano scherzo della mente, mi fosse rimasta impressa invece la parola Malva.
Così, nel dubbio, ho appuntato questo nome sul muro del bagno. E già, ho preso la penna che avevo sul mobile accanto al lavandino, perchè in casa mia ci sono penne ovunque che non si sa mai, l’ispirazione arriva al volo, e ho scritto sulla parete bianca la parola “Malva”, decisamente una bella genialata quella di scrivere sul muro con la penna, come se fosse un pezzo di carta!
Sono trascorsi alcuni giorni e non c’ho più pensato. Le bolle di mio figlio erano sempre lì e nonostante creme, cremette e cremine, la situazione non migliorava.
Ho continuato ad osservarle. Ho continuato ad accarezzarle e baciarle e a parlarci.
Testaccio e quello strano incontro
Domenica scorsa sono andata a fare una passeggiata a Testaccio con alcune amiche e con mio figlio.
C’era una fiera quel giorno e abbiamo fatto un giro fra i banchetti di incensi orientali, piantine grasse, anelli e bracciali e l’immancabile angoletto enogastronomico romano.
D’un tratto il mio sguardo è stato catturato da una donna dai capelli rosso fuoco. I nostri occhi si sono incrociati, ci siamo sorrise, e anche se indossavo la mascherina si capiva che sorridevo perchè quando lo faccio di cuore, mi si stringono gli occhi e mi vengono duemila rughette d’espressione, e mi sono avvicinata a lei. Era seduta al suo tavolo e a differenza degli altri non vendeva nulla che si potesse mettere in una busta di plastica, come quando vai a fare la spesa.
Abbiamo cominciato a parlare così, dal nulla, come se ci conoscessimo da sempre e ognuna delle due fosse perfettamente a conoscenza della vita dell’altra.
Abbiamo osservato insieme le bollicine di mio figlio e insieme abbiamo fatto emergere le nostre sensazioni, senza la pretesa di avere ragione o di aver trovato la soluzione al “problema”.
Le nostre Anime hanno conversato liberamente, senza giudizi, senza far parlare i sensi di colpa o ciò che la mente molto spesso mette davanti a tutto.
Ci siamo salutate con un “Buona Fortuna” , consapevoli che non ci saremo più incontrate, perchè il nostro “appuntamento di Anime” era lì, quel giorno, in quel preciso istante e mai più.
Il ritorno di Malva
Rientrando a casa, dopo quella fantastica giornata passata in giro con le amiche e con mio figlio, improvvisamente mi è tornata in mente la parola Malva.
Non so esattamente perchè. Erano giorni che non ci pensavo più, nonostante quel nome fosse inciso a caratteri cubitali sulla parete del mio bagno, accanto allo specchio.
D’istinto ho preso il cellulare e ho digitato sta benedetta parola Malva, per capire cosa fosse. Con enorme stupore ho scoperto che si tratta di una pianta utilizzata proprio per curare la dermatite ed altri disturbi della pelle.
E’ stato meraviglioso accorgermi di come ogni tassello stava piano piano tornando al suo posto: le bollicine di mio figlio, quella manifestazione di Anima a cui non riuscivo a dare un senso, quel sogno, la parola Malva che non era Milva e l’incontro con quella donna e poi la ricerca in Internet…tutto stava prendendo forma sotto ai miei occhi.
Le lacrime hanno cominciato a riempire il mio viso quando , scesa in cucina per preparare la cena, mi sono accorta che nella dispensa delle tisane avevo una confezione di Malva ancora sigillata, regalo di una mia amica per lo scorso Natale.
Non è un racconto di fantasia questo, è pura, semplice e vera vita.
E’ quella vita che quando la lasci fluire ti fa rimanere senza parole per come ogni accadimento, ogni persona che incontri, ogni cosa che osservi “fuori”, ogni sogno che fai, sono così strettamente legati gli uni agli altri, come la trama di un film che prende forma e te, non puoi fare altro che lasciarti catturare da tutto questo.
Ho imparato che nei sogni c’è più vita che nella vita stessa, e sto imparando che solo quando permetto ad Amore di entrare dentro di me e di travolgermi, la meraviglia che ho intorno e che ho dentro, si manifesta e mi fa sentire che siamo davvero legati da fili invisibili mossi dalla forza e dalla potenza del Tutto.
P.S. non è un miracolo, ma le bollicine di mio figlio stanno guarendo e piano piano la sua pelle sta tornando come prima e io sto cominciando davvero a capire che non devo difendermi dal mondo di fuori e che la mia pelle/la sua pelle, che fa da barriera e da protezione rispetto a ciò che sentiamo/sento come una minaccia, voleva dirmi esattamente questo: fidati!
Buona vita!