Il mio Eremita mi impone silenzio e introspezione.
Il mio Eremita mi chiede di illuminare i pensieri e lasciare emergere il drago di fuoco che spinge e che chiede di essere visto.
E allora mi fermo. Mi siedo in riva al fiume e osservo il fluire lento e dolce dell’acqua, che dalla sorgente arriva a valle e che in questo eterno movimento, modifica paesaggi, alimenta piante ed animali e rinfresca l’aria, rendendola frizzante.
Chiudo gli occhi e lascio parlare la mia mente, senza giudicarla. Ascolto le sue ragioni e avverto tutta la sofferenza che genera in me, nel corpo e nella mia Anima.
Resto in silenzio. Le parole non servono, se ne dicono fin troppe e sono stanca.
Avverto una sensazione improvvisa di serenità ed è Anima stavolta a parlarmi.
Non esiste niente, nel grande palcoscenico che è la vita, è tutto finto. Tutto è plasmato secondo la nostra volontà.
Ogni evento, situazione, ogni persona, sono ciò che abbiamo deciso di descrivere e di vedere lì, sul nostro copione.
Mi vedo, sono l’attrice protagonista che a volte è felice, mentre in altri momenti è triste e si sente sola…ma sono sempre io ad aver creato quella trama, per vedere ciò che voglio vedere, per intrappolarmi e per liberarmi, con la stessa facilità.
Mi viene da sorridere e penso: “Adesso voglio mettere in scena il mio miglior capolavoro!”