Il loro primo incontro
Si incontrarono così, per caso, in una calda mattina di Luglio.
Non si erano mai visti prima di allora, o almeno lo credevano.
I loro sguardi si incrociarono d’improvviso e i loro occhi non cessarono di penetrarsi gli uni gli altri, per interminabili minuti.
Poi la realtà piombò violenta, senza chiedere il permesso, ed ognuno tornò alla propria vita.
Nelle mattine seguenti si incontrarono sempre nello stesso posto. Senza darsi un appuntamento vero, si aspettavo l’un l’altra, consapevoli che si sarebbero visti ancora e che per altri, infiniti minuti, sarebbero rimasti così, occhi negli occhi, incuranti del mondo che li circondava.
Si scambiarono poche e semplici parole e poi ancora un altro appuntamento, stavolta diverso.
Erano soli, in una stanza d’albergo, il mondo lontano e loro due, l’uno accanto all’altra, desiderosi di possedersi, senza una ragione precisa. Rapiti da una passione travolgente, che non lasciava spazio a riflessioni o pensieri.
C’erano solo loro due lì, e nessun altro.
C’era lui, lei e l’eterno fluire del loro Amore.
Quell’espressione sul suo viso
Un giorno, durante un incontro d’amore particolarmente intenso, lei rimase colpita dal volto di lui riflesso nelle specchio, quello specchio che faceva da unico, muto e fidato testimone della loro travolgente passione.
Rimase scioccata nel vedere, per una frazione di secondi, un’altra faccia riflessa su quello specchio. Non era infatti il volto che conosceva del suo amante, bensì qualcuno che aveva un’espressione crudele, sadica.
All’inizio la cosa la turbò, anche se quel volto, stranamente, le ricordava qualcosa (o qualcuno) di familiare.
Ci pensò per giorni interi.
Il viso di lui, che per pochi attimi si era trasformato, come se avesse rivelato la sua vera identità.
Trascorse del tempo, la frequentazione fra i due continuò.
Ora lei si era abituata alla comparsa di quell’entità che abitava il volto del suo amante e che non le faceva paura: quell’espressione sadica la ricordava bene e quando si mostrava davanti ai suoi occhi, lei ne era quasi divertita.
Si erano riconosciuti.
Anche lui aveva visto il vero volto di lei, e lui, come lei, ne aveva colto qualcosa di “familiare”.
Non avevano mai approfondito la questione. Nei loro incontri si preoccupavano di amarsi e non certo di farsi domande, anche se quelle, come fa un torrente sotterraneo, stavano attraversando il terreno del loro amore, portando acqua e nutrimento, ma anche separazioni e fratture, che solo l’occhio attento di chi ama senza aspettative, sa riconoscere come inizio di un nuovo percorso.
Lei, a mano a mano, dimenticò quella sensazione provata, nel vedere quello sguardo di lui e non ci pensò più per diverso tempo.
Quel regalo di Natale
Passarono i giorni, poi le settimane e poi trascorse un intero anno, quando quell’immagine, riapparì chiara, nitida, davanti ai suoi occhi, ma stavolta non era con lui, bensì era da sola in casa sua.
Nella sua mente rivide lui e quel volto che si impossessava del suo amante quando facevano l’amore in modo intenso, parecchio passionale, e decise di fermare ciò che stava emergendo dal suo interno, per provare a capire qualcosa in più.
Quell’immagine era tornata, mentre lei stava leggendo il libro che la sua amica le aveva regalato per Natale, un libro che poi seppe, cadde letteralmente addosso alla sua amica, mentre stava cercando il dono perfetto da farle.
Era un segno, c’era qualcosa di più in tutto quello che stava accadendo.
Quel volto le tornò in mente, mentre leggeva un capitolo del libro in cui il protagonista incontrava una donna che aveva amato in una vita precedente e alla quale aveva inferto parecchio dolore.
Si parlava di vite passate, di Anima e di come il perdono e l’amore fossero fondamentali per liberarsi dai sensi di colpa che ci tengono legati, nonostante siano passati anche secoli.
Lei non si era fatta ancora un’idea precisa sull’argomento.
Qualche anno prima aveva letto diversi libri sulle esperienze precedenti e sul fatto che spesso, le sfide che ci troviamo ad affrontare in questa vita, sono frutto di qualcosa legato ad un passato parecchio lontano e che ritorna, per darci la possibilità di andare avanti nella nostra evoluzione, nel nostro cammino.
C’era stato un tempo in cui tutto questo l’aveva affascinata parecchio, ma poi, ne aveva avvertito dei limiti, almeno per lei: in quel modo si era ritrovata a vivere un’esistenza nella quale qualsiasi cosa accadesse, la ricollegava ad un passato remoto, di cui non aveva più memoria. Si era ritrovata spesso a trascorrere notti in bianco, cercando di “capire” e tutto questo le aveva portato solo ansia e disagio.
Poi comprese invece la potenza di sentirsi liberi dal proprio passato, dalla propria storia, dalla propria famiglia…come se non esistesse memoria di nulla e in ogni istante lei, come tutte le creature dell’Universo, si rigenerasse e rinascesse ogni volta, a nuova vita. Così non c’erano legami e fratture da ricucire, o perdoni da riservare, ma c’era solo il momento presente da vivere.
Ora che aveva raggiunto quella nuova consapevolezza, ecco che il libro ricevuto in regalo, generò un forte terremoto interiore in lei: “chissà che non ci sia qualcosa da capire e da vedere, in quel volto”, si era chiesta.
I pensieri si moltiplicarono e il mal di testa cominciò a fare capolino in un batter d’occhio, così decise di accendere un bastoncino di mirra e di rilassarsi, meditando un po’.
Presente, passato e futuro
Accese la mirra ed una piccola candela che posizionò accanto a lei, poi spense la luce.
Si sedette sul suo tappetino blu da meditazione e chiuse gli occhi.
Ad ogni inspirazione, catturava quel gradevolissimo odore di mirra che dalle narici, invadeva in un attimo tutto il suo interno; ad ogni espirazione, rilasciava stress e tensioni accumulate.
Mentre era lì che inspirava e espirava, un’immagine emerse da dentro: era una donna, si trova in un saloon. Era con altre donne e attendevano gli uomini ai quali a turno, riservavano un po’ d’amore mercenario. Ad un tratto entra lui, o meglio quel volto che aveva visto quel pomeriggio riflesso nello specchio, la prende da dietro e la fa sua, in maniera violenta, sempre più forte, senza avere la minima attenzione per quel bambino che lei ha in grembo.
La donna urla, si accorge che la tragedia è imminente. Cade a terra senza forze, in lacrime e in una pozza di sangue. Lui si allontana e se ne va.
Le lacrime cominciarono a varcare la sottile linea di chiusura dei suoi occhi, ma continuava a tenerli chiusi, restando in contatto con le immagini che la sua Anima stava facendo emergere.
Stavolta c’è ancora una donna, ha abiti dell’ottocento e da come è vestita pare sia di rango elevato. La donna stringe a sé un meraviglioso bambino e da lontano intravede la figura di un giovane uomo, un servitore si potrebbe ipotizzare. I due si conoscono molto bene, intimamente e dal loro amore clandestino è nato quel bambino che la donna tiene in braccio.
Lei sorride al giovane ragazzo. È serena, è calma, e con la voce del cuore pronuncia poche e semplici parole “Mi perdono e ti perdono. Sono libera, sei libero”.
Le lacrime, ora sempre più copiose sgorgano dagli occhi di lei, ed un sorriso appare sul suo volto.
Riapre dolcemente gli occhi e pronuncia anche lei quelle parole “Mi perdono e ti perdono. Sono libera, sei libero”.
“Mi perdono, ti perdono. Sono libera, sei libero”
Ora non è più importante per lei capire se davvero incontriamo persone alle quali siamo legati da esperienze del passato, né se abbiamo scelto questa nostra esistenza per superare ostacoli e progredire.
No, ciò che conta è imparare a cogliere i segnali che si manifestano lungo il nostro cammino, quali messaggi che la nostra Anima ci invia.
Quindi, non conta se il suo lui lo abbia già incontrato in altre vite passate. Non importa davvero se ci sia stato dolore e morte, ciò che conta è darsi il permesso di dire “Mi perdono, ti perdono. Sono libera, sei libero”, perché possiamo scegliere, se trascorrere la nostra vita schiacciati dal peso dei sensi di colpa, oppure fare della nostra esistenza il miglior capolavoro mai visto prima.