N
Lenticchia era solo, davanti a quel bivio. Non sapeva dove andare, non sapeva che strada prendere.
Il sole cominciava ad alzarsi nel cielo e un tepore lentamente si impadronì del suo corpo, donandogli un po’ di calma.
Si sedette su un enorme masso che si trovava proprio davanti a quel bivio, in attesa che qualcosa accadesse, anche se non sapeva esattamente cosa stesse aspettando.
Osservando meglio ciò che aveva davanti ai suoi occhi, si accorse che, nascosta dietro ad un cespuglio di rose rosse, vi era un’incisione riportata sul tronco di un’enorme quercia. Lenticchia così si avvicinò rapidamente, e facendo attenzione a non pungersi con le spine, ne scostò i rami.
L’incisione recitava: “di qua”, indicando con una freccia il sentiero di sinistra e “di là”, per quello di destra.
“Che strane scritte” pensò Lenticchia, “e ora, quale strada prendere?”
Restò immobile lì davanti per alcuni minuti, fin quando ricordò d’improvviso le parole del grosso grasso gufo dagli occhioni enormi “il tuo cuore ti riporterà a casa”.
“Ma come fare a sapere cosa il cuore mi sta dicendo? Come faccio a scegliere la strada giusta”, disse Lenticchia a voce alta.
Così decise di aspettare ancora un po’.
Fissava quei due sentieri, così apparentemente simili e nella sua testa ripeteva le parole “di qua” e “di là”.
Decise allora di muovere un piccolo passo, dapprima verso il sentiero di sinistra.
Scrutò oltre la fitta boscaglia, ma a parte rami di arbusti, tronchi di alberi, bacche, fiori, qualche insetto e qualche farfalla, non vide altro. Era impossibile vedere cosa ci fosse da lì a pochi metri. Un mistero.
Fece lo stesso col sentiero di destra, e anche qui la stessa identica situazione. Niente che lo aiutasse a decidere.
Sconsolato Lenticchia cominciò a piangere. Si sentiva perso, si sentiva solo, e lontano da tutti e non poteva chiedere aiuto. Il Sor Pagnotta, Celeste erano chissà dove…
Era bloccato. Non sapeva dove andare. Non riusciva a muovere un passo in nessuna direzione.
Chiuse gli occhi per qualche istante, e avvertì un nodo in gola che non lo faceva proprio respirare.
N: Nodo. Stretto, stretto e complicato, che per scioglierlo ci vorrebbe un mago. Guarda al centro con attenzione, è proprio lì la soluzione.
O
Lenticchia trattenne il fiato per una manciata di secondi, come quando si va sott’acqua per guardare i pesciolini che nuotano, e poi d’improvviso uscì forte e chiara dalla sua bocca, l’esclamazione : “di là!”
Scoppiò in una grossa risata, tanta la sorpresa per quell’esclamazione inaspettata e con la leggerezza nel cuore, senza pensarci su, prese a muovere i primi passi in direzione del sentiero di destra.
Si voltò solo per un’ultima volta, ad ammirare l’orizzonte che piano piano si stava lasciando alle spalle. La sua vita non sarebbe più stata quella di prima.
O: Orizzonte. È la linea impercettibile che separa e unisce al tempo stesso, il cielo e la terra, in un’eterna danza di colori, immagini e ricordi.